Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca

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Oblio, XII, 45
saggi

Teresa Agovino


Tra cristianesimo e dottrina stoica. Manzoni e Levi o della ‘rassegnata speranza’

La critica manzoniana, sin dalle origini, è divisa tra sostenitori e detrattori dell’autore in merito al concetto di rassegnazione che viene spesso erroneamente associato a quello di inerzia totale di fronte alle difficoltà della vita. In questo lavoro si confronta  la rassegnazione di matrice cristiana  – riscontrabile tanto nei Promessi sposi quanto nella Colonna infame – con quella (atea) di stampo stoico che compare nelle opere di Lager di Primo Levi al fine di dimostrare da un lato come i due concetti siano complementari anche al di fuori del mondo strettamente religioso che contraddistingue il pensiero manzoniano, dall’altro che la rassegnazione (stoicamente o cristianamente intesa) cui si rinvia nelle opere in analisi non conduce ad un cieco affidamento nel divino ma, anzi, apre alla speranza proprio in virtù dell’azione del singolo.

Ever since the beginning, Manzoni’s supporters and detractors never agreed with regards to the author’s concept of resignation which is often mistakenly associated with a total men’s inertia in front of life difficulties. This work compares Manzoni’s Christian resignation with the stoical one appearing in an atheist works, as Primo Levi’s Lager literature. The aim is to demonstrate, not only the similarities between the two points – outside the religious thoughts as well – but also that the resignation (from both stoical and Christian point of view) does not lead to a blind trust in the divine or Logos, but to a hope based on the individual action instead. 

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