Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca

René Magritte, ll falso specchio, dipinto 1928
René Magritte, ll falso specchio, dipinto 1928
Oblio, XII, 46
saggi

Stefania La Bionda


Tra ‘infinibile’ e compiuto: L’avvenire dei ricordi di Italo Svevo

«La memoria lavora! È una forza attiva», così dichiara con enfasi esclamativa il vecchio Roberto Dents, protagonista de L’avvenire dei ricordi. E non sbaglia di certo. In questo racconto, incluso nel corpus novellistico degli anni Venti, Italo Svevo tesse una trama imperniata sulla memoria, sui suoi meccanismi e le sue inesattezze, facendone l’unico vero motore della storia, capace di far procedere o arrestare la diegesi. Lo scopo del presente lavoro è duplice. Uno dei due itinerari critici è teso a dimostrare che l’incompiutezza della novella è soltanto apparente; l’altro itinerario si propone di mettere in luce i nuclei tematici dell’ultima stagione sveviana, in forza dell’indubbia rilevanza dei risultati conseguiti dal triestino in questa fase di rinnovato fervore creativo, troppo spesso sottovalutata.

«La memoria lavora! È una forza attiva», so emphatically declares old Roberto Dents, protagonist of L’avvenire dei ricordi. He is certainly not wrong. In this short story, part of the corpus from the 1920s, Italo Svevo weaves a plot centered on memory, its mechanisms and its imperfections, making it the exclusive driving force of the story, capable of moving the diegesis forward or stopping it. The purpose of this work is twofold. One of the two critical itineraries is aimed at demonstrating that its incompleteness is only apparent; the other itinerary proposes to highlight the thematic cores of Svevo’s last season, by virtue of the undoubted relevance of the results achieved by the Triestine in this period of renewed creative fervour, which is often underestimated.

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