Osservatorio Bibliografico della Letteratura Italiana Otto-novecentesca

Paul Cézanne, ritratto di Gustave Geffroy, 1895
Paul Cézanne, ritratto di Gustave Geffroy, 1895

Ci sembra senz’altro significativo che questo numero si apra con la corposa rubrica a fuoco dedicata, con la cura di Massimo Fusillo e Dario Tomasello, ai perfomance studies. Rifacendoci alla nota formula di Richard Schechner ­– che siamo onorati di ospitare nell’intervista che chiude la sezione –, possiamo dire che mai come in questo periodo le nostre azioni siano da interpretarsi as perfomance, come atti che collocano la nostra presenza nel mondo in termini di rappresentazione sociale. Il distanziamento durante i vari lockdown che si sono succeduti in questo ultimo anno e mezzo ha favorito la spettacolarità della comunicazione, stimolando di necessità una costante traduzione dell’hic et nunc in forma audiovisiva. L’effetto della sovrapposizione di diretta e differita è stato l’ingresso nella nostra quotidianità di una sorta di continua rimediazione performativa in simultanea e la critica letteraria non ne è stata esente, nel profluvio di iniziative in streaming che sono state organizzate. La rubrica, tuttavia, non si limita a fornire strumenti per interpretare questo fenomeno, ma intende proporre ­– con interventi che si distribuiscono fra lo studio dei rapporti tra letteratura e performatività e la presenza di segni del performativo nei testi letterari – un’indagine multifocale sul modo in cui i perfomance studies possono rinnovare il nostro approccio critico, conferendo una nuova spinta alla componente più teorica della comparatistica.

Per quanto riguarda la sezione dedicata ai saggi, i contributi si segnalano, come di consueto, per una predilezione verso autori canonici del Novecento che tocca anche la contemporaneità a noi più vicina, con la significativa eccezione del lavoro ampio e militante di Federica G. Pedriali, che mira a essere un personale counter-manifesto delle narrazioni critiche del presente. Ci pare poi non meno rappresentativa dell’attenzione di Oblio verso gli attuali snodi del dibattito critico la rubrica in circolo, dedicata stavolta al volume postumo di Carlo Alberto Madrignani Verità e narrazioni. Per una storia materiale del romanzo in Italia. Le presentazioni di Raffaele Ruggiero e Giancarlo Bertoncini e le incursioni più mirate di Gregorio De Paola e Gianfranco Ferraro delineano i caratteri e le potenzialità di un metodo critico e di un’idea del romanzo e della sua storia, mentre Francesco de Cristofaro ne discute alla luce delle personali scelte di storiografo del romanzo in Italia. 

Siamo contenti di aver incrementato negli ultimi numeri la presenza delle recensioni, in coerenza con l’obiettivo originario di Oblio di porsi come osservatorio del dibattito critico sulla letteratura contemporanea italiana. Ci conforta inoltre che alla presenza di autrici e autori giovani, che mantengono viva la pratica della recensione anche nelle nuove generazioni, si affianchino firme di studiose e studiosi di maggiore esperienza, in maniera che quella che in passato abbiamo definito la piccola grande comunità di Oblio continui a mantenersi dinamica e al contempo riconoscibile.

Prosegue intanto il nostro piano di integrazione e consolidamento dell’organigramma della rivista. Da questo numero, come potete vedere, il Comitato Editoriale presenta una struttura più stabile, annoverando i colleghi e le colleghe che hanno accettato di condividere con noi le fatiche, ma anche l’entusiasmo della programmazione e della costruzione dei singoli numeri. Questa scelta non è solo più pienamente congruente ai requisiti richiesti dall’ANVUR per la classificazione delle riviste scientifiche e per il loro upgrading nella classe A, ma in primo luogo muove dal sempre maggiore impegno richiesto dalla gestione di Oblio. Non vogliamo però rinunciare alle ormai tradizionali figure dei e delle referenti scientifiche, che da sempre caratterizzano la rivista come luogo di cooperazione e che le hanno consentito di arrivare al lusinghiero traguardo del suo undicesimo anno di vita. Per questo motivo, nelle note iniziali di ogni numero, indicheremo il nome di coloro che hanno collaborato alla realizzazione del numero proponendo almeno un saggio o due recensioni.

Un’ultima novità riguarda la presenza di Oblio sul web. Mentre esce il numero 42|43, è in corso la rifinitura del sito, attraverso una migliore organizzazione dei contenuti e la maggiore accessibilità garantita dal caricamento dei singoli file dei saggi pubblicati dal 2011 al 2020. In tal modo, a breve il sito costituirà l’archivio completo della produzione critica apparsa sulla rivista e il servizio offerto da Oblio, al fianco della ricerca letteraria, sarà ancora più tangibile e open access.

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