Massimo Bontempelli, immagine dal web Oblio, XII, 46 saggi Viola Bianchi L’eden della tartaruga di Massimo Bontempelli Scarica in pdf Nella collana umoristica «Al Fauno giallo» – fiore all’occhiello della casa editrice romana Edizioni d’arte Fauno, fondata e diretta dal letterato messinese Giuseppe Zucca – figura anche una raccolta di racconti di Massimo Bontempelli, L’eden della tartaruga. Pubblicata nel 1926, essa comprendeva nove racconti già editi, molti dei quali, precedentemente apparsi in periodici, conobbero, proprio con questa edizione, la prima pubblicazione in volume. Nonostante gli iniziali accordi fra Bontempelli e Mondadori (nel cui catalogo il nome dell’autore figurava stabilmente ormai da due anni), la maggior parte di questi testi confluì in successive edizioni mondadoriane. Il presente contributo ripercorre la storia editoriale e testuale dei singoli racconti, mostrando, attraverso un caso di studio circoscritto, il “carattere osmotico” degli indici delle raccolte bontempelliane e la tendenza dell’autore ad adattare i testi ai nuovi contesti di pubblicazione e alla propria maturata sensibilità artistica. Tale aspetto merita una particolare attenzione sia nella prospettiva “macroscopica” delle strutture sia in quella “microscopica” dell’analisi testuale. The series «Al Fauno giallo» was the flagship of the publishing house Edizioni d’arte Fauno, founded in Rome and directed by Giuseppe Zucca. Among the books published in that series, there is also a collection of tales written by Massimo Bontempelli: L’eden della tartaruga. Published in 1926, the collection included nine short stories. Many of them were published for the first time in a book, right in this edition. Despite the initial agreements made by the author with Arnoldo Mondadori, most of these texts merged into subsequent Mondadorian editions. This contribution traces the editorial and textual history of the tales, showing the osmotic character of Bontempelli’s works, and the tendency of the author to modify the texts in regard to the new contexts of publication and to his own artistic taste. This aspect deserves particular attention both in the “macroscopic” perspective of the study of the structures and in the “microscopic” perspective of textual analysis.